Parlando del mare di Sardegna il pensiero corre subito a località famose come la Costa Smeralda, Santa Teresa di Gallura, Alghero, Chia, Villassimius o Cala Gonone, splendidi posti con una recettività turistica di primordine. Esiste, però, un'altra Sardegna, altrettanto bella e affascinante, meno attrezzata turisticamente e un po meno conosciuta, ma non per questo meno splendida e intrigante. Una costa selvaggia, profumata dai ginepri e dall'elicriso con tramonti magnifici, silenzi assordanti e spazzi infiniti, situata lungo il versante sud occidentale della Sardegna, con un entroterra verdissimo che le ha attribuito quasi per vocazione naturale, la denominazione di Costa Verde. Una costa abitata da conigli e poiane, gheppi e pernici, dove il bramito del cervo sardo viaggia lungo le dolci colline insieme al sibilo del maestrale che la fa da padrone, soffiando per la maggior parte dei giorni dell'anno, questo vento partendo dal Golfo del Leone, crea grandi cavalloni carichi di schiuma che frangendosi, mischiano il profumo del mare a quello del lentisco e dei ginepri e le conferiscono un aspetto ancora più selvaggio. Lo stridio del gabbiano corso o il volo maestoso del gabbiano reale si accompagnano invece al fruscio dello scirocco, allorché perlustrando i tratti sotto costa spianati dal vento, vanno alla ricerca di branchi di latterini o alici con cui banchettare.
Dal libro " Le Coste di Arbus " di Luciano Concas