Quelle di Piscinas sono le dune eoliche più estese e più belle di tutto il Mediterraneo, che raggiungono un'altezza di oltre cento metri e si portano per oltre due chilometri verso l'entroterra. Nate in una vasta insenatura che nel Cenozoico era occupata dalle acque, poi progressivamente colmata dai detriti portati dai fiumi e dalla sabbia giunta dal mare, nel quaternario le dune sono andate via via crescendo in altezza fino a raggiungere le attuali dimensioni. Le dune non sono fossili, bensì sono ancora vive, come è possibile osservare
nelle giornate di forte vento quando il Maestrale le modella, le accresce e ne determina un leggero ma costante avanzamento. Tra le dune si trova un piccolo hotel nato dai ruderi di quello che fu da prima un deposito dei minerali provenienti dalle retrostanti miniere, una colonia marina per i figli dei minatori, in seguito ristrutturato e adibito ad hotel. Nel mare antistante all'hotel si trovano i resti di quello che fu il pontile di attracco delle bilancelle, sulle quali il minerale proveniente dalle miniere di Ingurtosu veniva caricato per essere trasportato a Carloforte; oggi non residuano che dei grossi massi unici ad interrompere la monotonia dei nove chilometri di litorale. Da Piscinas una strada ancora sterrata conduce al villaggio minerario di Ingurtosu e poi consente di raggiungere Arbus proseguendo verso nord, o Flummini Maggiore andando verso sud. La strada si snoda sul percorso di quella che una volta era una strada ferrata che permetteva ad un piccolo trenino di portare il materiale estratto dall'entroterra all'imbarco per l'isola di San Pietro, come testimoniano le traversine di legno e di granito che affiorano lungo tutto il percorso.Come arrivare - Da Montevecchio proseguire in direzione Ingurtosu, dopo 21 km circa si arriva a Piscinas. Da questo villaggio parte una strada bianca che dopo 4 km. porta al parcheggio della spiaggia, il mare è a poche centinaia di metri.
La Spiaggia di Scivu è una lingua di sabbia lunga circa 2 chilometri e tagliata in due da una piccola scogliera che ricorda tanto i massi rossi dei canyon. La sabbia è finissima di color terracotta, ed è costituita da un importante sistema dunale che segue quello più vasto di Piscinas.
Le dune sono desertiche, colonizzate da verde vegetazione arbustiva il cui profumo arriva fino al mare, alle spalle della spiaggia sopra una collina si trova una vecchia vedetta risalente al periodo bellico, usata come postazione di avvistamento antiaereo, da cui si gode di una vista mozzafiato che spazia su tutta la costa sud-occidentale del Sulcis, fino all'isola di San Pietro. Il mare è cristallino e trasparente, che assume i colori dell'azzurro più intenso e dello smeraldo. Questa spiaggia è detta anche "la spiaggia che canta" per il particolare suono che produce la sabbia camminandoci sopra, simile all'archetto sul violino.
Come arrivare - Da Arbus uscire verso Fluminimaggiore, proseguire per 12 km. e svoltare a destra in direzione Scivu. Seguendo le indicazioni, dopo circa 13 km. si arriva a Scivu. La spiaggia dista qualche centinaio di metri dal parcheggio.
Capo Pecora rappresenta l'estremo sud della costa verde, siamo ormai ai confini della costa arburese e qui la costa, fattasi più dolce, con piccole insenature disseminate anch'esse di massi granitici levigati di forma ovoidale e dal colorito chiaro che hanno dato alla località il nome di Pedras Albas (Pietre Bianche), termina a Capo Pecora nella penisoletta granitica detta di "Corru Longu", che si tuffa in un'acqua limpidissima ricca di colori e di vita.
A Capo Pecora si può giungere percorrendo una bella strada panoramica che, parita da Portixeddu, termina alla base del promontorio dopo essersi snodata lungo i fianchi delle due montagnole di Su Guardianu e di Mummulonis.Come arrivare - Da Cagliari si prende la strada statale 130 per Iglesias, giunti ad Arbus si prosegue in direzione Fluminimaggiore prendendo la ss 126, quindi si seguono le indicazioni per Buggerru svoltando a destra sulla SP 83 e proseguendo fino a incontrare il bivio per Portixeddu. Si svolta quindi a destra seguendo le indicazioni per quest'ultima località e si prosegue dritti fino a giungere a destinazione.
Da Porto Palma (Tunaria) la strada costiera si porta verso l'entroterra per poi arrivare fino a Funtanazza e alla Costa Verde, per cui l'esplorazione del tratto di costa che prosegue verso sud può essere fatto solo via mare o a piedi. Si prosegue con una serie ininterrotta di piccole calette, alternate a grossi scogli basaltici, tra cui le più graziose e fruibili sono le spiaggette di Babari, Cala Linnamini de su Vicariu, Cala Manna, Cala su Covu nord e Cala su Covu sud separate da Punta su Covu. Superata questa costa conosciuta con il nome di "Struvina de Babari", compare inanzi a noi una grande cala ciottolosa, Cala Tremolia, con ciottoli che sembrano tante uova di gallina, dal colore alternativamente chiaro e scuro. Abbandonando la cala incontriamo uno scoglio, detto "Su Ponzesu". Procedendo verso sud la costa si eleva fino ai 70 metri di Punta Maimoi, dalla cui sommità è possibile ammirare un panorama che, partendo da Funtanazza, abbracia tutta la Costa Verde fino a Piscinas e alle scogliere di Capo Pecora. Una strdina a suo tempo realizzata dalla società mineraria, posta sul versante sud della punta, consente di raggiungere a piedi quella che in passato, fino al 1975, era stata una colonia marina realizzata per i figli dei minatori della miniera di Montevecchio, la Colonia di Funtanazza.